“Cosa vedere a Napoli in un weekend” è un itinerario dedicato a chi ha pochi giorni a disposizione ma vuole vedere i quartieri e le piazze più belle della città. L’ho vissuto io in prima persona, perciò è super fattibile! 😉

Cosa vedere a Napoli in un weekend

Il Rione Sanità e le Catacombe paleocristiane di San Gennaro e San Gaudioso

La prima mattina del nostro weekend a Napoli la dedichiamo al Rione Sanità: questo quartiere rimasto “abbandonato” per tanti anni, grazie al lavoro e alla passione di un gruppo di giovani della Cooperativa La Paranza, è riuscito a rialzarsi e a diventare un luogo d’attrattiva per i turisti che vengono a visitare Napoli. La cooperativa grazie ad un bando ottenuto nel 2009 ha recuperato e a riaperto dei luoghi storici importanti: le Catacombe paleocristiane di San Gennaro e San Gaudioso (e da poco anche quelle di San Severo). Dopo un periodo iniziale di manutenzione, appena aperti al pubblico sono passati da 5.000 visite annuali a 150.000 in pochissimo tempo, un grande successo!

Per visitare le catacombe c’è una visita guidata ad ogni ora e le guide sono bravissime, piene di entusiasmo e di orgoglio del patrimonio che la loro città custodisce da secoli. Io ho iniziato il mio giro nel Rione Sanità partendo dalla Catacomba di San Gaudioso (questo perché chiude alle 13 e avevo paura di non riuscire ad entrare!). Il biglietto costa 9€ e per un anno sono compresi anche l’accesso a San Gennaro e lo sconto del 50% al Monastero di S. Chiara e ad altri siti.

Per accedere alle catacombe bisogna entrare nella Basilica di Santa Maria della Sanità, una delle chiese basilicali di Napoli eretta nel ‘500 dai domenicani, e poi si scende giù dalla cripta. Le catacombe paleocristiane sono del IV-V secolo e nascono come area di culto ma poi diventano “famose” quando viene seppellito il Santo Gaudoso e da quel momento molti vogliono essere sepolti accanto. Inizialmente chiunque può essere seppellito accanto al santo, ma i domenicani lo vedono come un business a pagamento e per far entrare più sepolture possibili iniziano le sepolture a loculo.

Nella seconda parte della visita si vedono: le “Cantarelle”, le sedute dove scolavano i defunti sul “cantaro”, per rendere i corpi più piccoli e per così seppellire più corpi accanto al santo (e quindi guadagnare più donazioni); e la Galleria dei Nobili in cui il pittore toscano Baldacci ha disegnato fino alla sua morta nel 1630 le “allegorie”, ovvero dei disegni stilizzati che rappresentavano i personaggi più illustri seppelliti lì.

Tornando fuori si va nella Cripta – con un meraviglioso pavimento di maioliche – dove è stato restaurato il quadro di “Madonna con bambino”, la tradizione dice che questo quadro mariane avesse la possibilità di sanare i malati e da qui il nome Sanità. Ma non solo, in una delle cappelle a fianco c’è il “Monacone”: i domenicani acquistano la statua di San Vincenzo Ferreri (detto “U Monacone”) e in una processione durante l’espidemia di colera si pensa che avesse guarito, perciò diventa patrono del rione e viene festeggiato il 4 aprile e il primo martedì di luglio. Leggi altri dettagli sulla storia.

Cupola della Basilica Sanità, Napoli

Uscita dalla Basilica prendo l’ascensore pubblico e a piedi arrivo fino a Basilica dell’Incoronata (circa 10min in salita) per ingresso delle Catacombe di San Gennaro. Queste catacombe hanno un’estensione di 6000mq e 3000 sepolture contate fino ad oggi, sono le più grandi dell’Italia meridionale e sono divise su 2 livelli, il più recente del V secolo (in alto), e mano a mano che si scende si arriva a quelle del II secolo. Le catacombe nascono dal sepolcro di una famiglia gentilizia che poi donò gli spazi alla comunità cristiana e poi nel momento della deposizione delle spoglie di Sant’Agrippino, primo patrono di Napoli, nella basilica ipogea a lui dedicata, inizia ad essere ampliata.

Nel primo punto dove si ferma la guida si vedono 3 tipi di sepoltura: le fosse terrene (per terra), i loculi sui muri e l’arco solium, un arco dove sono affrescati dei ritratti funebri con la scritta “sancte memoriam”. Probabilmente questo era un sacerdote, il cui nome era “Helesium”, perché ha uno sfondo di uva e tralci (che rimanda al paradiso dell’eden) e c’è il simbolo dei libri. Proseguendo i 100 scalini si vedono molte “stanze” dal soffitto altissimo e decorate con affreschi e mosaici bizantini, ma il punto più saliente è dove si pensa sia stato inizialmente sepolto San Gennaro. Infine si esce dalla Basilica paleocristiana di San Gennaro Extra Moenia. Leggi maggiori info storiche. 

Il Rione Sanità: il Miglio Sacro

Avrei voluto percorrere con le guide della Cooperativa il percorso “Miglio Sacro“: itinerario di un miglio, alla scoperta dei tesori del Rione Sanità ma purtroppo è possibile prenotare solo per il sabato e la domenica quindi ho deciso di percorrerlo in autonomia. Torno in Piazza della Sanità e scendendo fino a Piazza Cavour si incontrano: murales giganteschi, la casa natale di Totò, Palazzo dello Spagnolo e Palazzo San Felice (palazzi monumentali del ‘700 che facevano invidia per i suoi cortili interni e per le scalinate affrescate. Non a caso queste scalinate si vedono spesso in film e serie TV ambientati a Napoli).

Il Quartiere del Vomero

Nel pomeriggio prendiamo la funicolare a Montesanto per arrivare al Belvedere San Martino, nel Quartiere del Vomero (al confine con i Quartieri Spagnoli). Quassù ci sono la Certosa di San Martino e Castel S. Elmo, ma la maggior parte delle persone arrivano qui per ammirare la vista più bella su Napoli. Per tornare indietro percorriama la scalinata del Pademantina a San Martino.

Belvedere S. Martino, Napoli

Dal Lungomare alla Cattedrale

Continua il secondo giorno del nostro weekend a Napoli con la visita di altri luoghi simbolo della città. La mattinata la dedichiamo al lungomare visitando la Galleria Umberto I, il Maschio Angioino o Castel Nuovo (entrata a pagamento) e la Piazza del Plebiscito su cui si affaccia la Basilica Reale Pontificia San Francesco da Paola. In lontananza si vede anche il Castel d’Ovo.

Per chi ha più tempo, vale la pena entrare in uno o più musei del Palazzo Reale.

Maschio Angioino, Napoli

Dopo pranzo andiamo nel clou del centro: da piazza Nilo con la Basilica di San Domenico Maggiore, si percorre la via di San Gregorio Armeno (con il suo presepe e Chiesa) fino ad arrivare alla Cattedrale di San Gennaro.

Basilica San Domenico, Napoli

La Cattedrale è una delle chiese più della città, sia dal punto di vista artistico, con la presenza di più stili che vanno dal gotico puro del Trecento fino al neogotico ottocentesco, che religioso, ospitando infatti tre volte l’anno il rito dello scioglimento del sangue di San Gennaro. All’interno ci sono grande opere dipinte di Luca Giordano, la Basilica di Santa Restituita –  Di origine paleocristiana, è la più antica basilica napoletana e la primitiva chiesa cattedrale della città eda lì si accede a pagamento al battistero di San Giovanni in Fonte – e il Tesoro di San Gennaro. A lato dell’entrata si può entrare nel Museo del Tesoro di San Gennaro.

Cattedrale San Gennaro, Napoli
Interno della Cattedrale San Gennaro, Napoli

Il Centro Storico di Napoli

Nell’ultimo giorno di un weekend a Napoli ci si può dedicare ad altre tre perle di Napoli:

  • il Complesso Monumentale di Santa Chiara: il complesso fu costruito nel 1300 per volontà del re Roberto D’Angiò e comprende la Chiesa gotica (Ostia Santa o Sacro Corpo di Cristo, poi Santa Chiara), il monastero ed il convento. La sua fama la deve soprattutto per la bellezza delle maioliche del suo Chiostro
  • Napoli Sotterranea: un tour guidato di 2h per farvi conoscere la città sotto la città, scavata nel tufo, e per farvi visitare il teatro greco-romano e il Museo della Guerra. Per informazioni.
  • Museo-Cappella Sansevero (o chiesa di Santa Maria della Pietà): la chiesa fa parte del palazzo di famiglia dei principi di Sansevero e le sue numerose visite sono soprattutto per la sua opera più bella, ovvero il “Cristo Velato” dell’artista Giuseppe Sanmartino. Per evitare ore ed ore file è possibile prenotare l’ingresso. 

Info utili per un weekend a Napoli

Dove parcheggiare

Con l’auto sarebbe stato un problema percorrere il traffico  e soprattutto per il costo di 15-20€ al giorno per i garage del centro, così abbiamo soggiornato a Torre del Greco (a 12km di distanza, circa 10-15min in auto) e venendo da quella direzione abbiamo scovato il Parcheggio Brin che è stato la nostra salvezza. Una grande scoperta per il nostro weekend a Napoli perché costa solo 5€ al giorno (prezzo massimo) e la posizione è ottima: si può camminare per 16min fino alla Stazione Centrale Garibaldi o prendere diversi bus, tra cui il bus R2 che passa dalla stazione e arriva fino al lungomare.

Come spostarsi a Napoli

Napoli è immensa e i luoghi da vedere sono dislocati su tutto il territorio e non sempre è possibile arrivarci con la metropolitana. Per un weekend a NApoli vi consiglio quindi di fare il giornaliero integrato per L1 e L2 per avere accesso a bus, funicolari e tutte le linee delle metro. Il costo è 4,50€ e arriva fino alla mezzanotte.

Un’altra opzione è ArtCard di Napoli per 3 giorni: un pass che permette  in un weekend a Napoli l’ingresso gratuito di 3 siti (qui la lista) e dal quarto a prezzo ridotto e di viaggiare illimitatamente sulla rete metropolitana dei trasporti del Consorzio Unicocampania.

Dove dormire

Sulle colline dietro Torre del Greco abbiamo soggiornato nel residence “Tenuta Le Fornacelle”  per 50€ a notte con colazione e parcheggio custodito ed è stata un’ottima scelta per la posizione, la qualità dei servizi ed il costo moderato. La sera al rientro da Napoli potevamo andare a cena sul lungomare di Torre del Greco (molto più economica e senza problemi di parcheggi) oppure a Portici e arrivare poi al residence molto velocemente.

Dove mangiare tipico a Napoli

  • A cucina di mamma (Napoli): abbiamo pranzato qui per due giorni di seguito grazie a: la sua posizione in centro (vicino Piazza Cavour), la qualità e la varietà della cucina, i prezzi modici e soprattutto si trova un tavolo facilmente a qualsiasi ora. Qui consigliamo i paccheri alla S. Lucia (con sugo di arselle e vongole), la pizza fritta, la pizza e i ravioli al sugo alla napoletana (quindi pomodoro e mozzarella).
  • Primo Restaurant (Portici): Il menù cambia sempre per proporre il pescato del giorno, perciò garantisce una qualità alta ma dal prezzo è molto modico. Con 2 secondi (spigola fresca al guazzetto) e 2 contorni, antipasto, frittura di paranza e vino abbiamo speso in totale 75€.
  • Pizzeria Petit Le Fleur (Torre del Greco): pizzeria che propone però anche secondi di carne e fritti molto molto economica. Un posto un po’ vintage ma una pizza costa 4€.

Cosa vedere nei dintorni di Napoli

Si può proseguire il proprio weekend a Napoli con la visita di altri luoghi bellissimi della Campagnia. Ecco le mie guide:

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